pagina: 1 . 2 . 3 . 4
LA MUSICA NELLE RIDUZIONI GESUITICHE
DELLA ANTICA PROVINCIA DEL PARAGUAY

di Luis Szarán

Da molti anni gli unici testimoni della musica nelle Riduzioni erano i silenziosi fregi degli angeli musicisti scolpiti sulle fredde pareti di pietra delle rovine di Trinidad. Grande era l’interesse da parte di musicologi, storici e appassionati di musica di conoscere che cosa cantassero i cori e le orchestre create con santa pazienza dai maestri gesuiti con gli indigeni del luogo e che cronisti, viaggiatori e testimoni di quel tempo così bene narrarono e misero in risalto con forza ed ammirazione.

Il sistema delle Riduzioni si era stabilito in varie regioni del Sud America dal secolo XVI e sviluppato ampiamente nei secoli XVII e XVIII. Domenicani e francescani avevano adottato la terminologia “reducción” (riduzione) come il metodo più appropriato per realizzare una buona missione evangelizzatrice. Nel Paraguay, furono i francescani che impiantarono con fervore e convinzione questa forma di vita tra gli indigeni Guaraníes.

Chiesa di Chiquitos - BoliviaI gesuiti iniziarono il loro lavoro come Riduzioni a partire dal 1609, su richiesta del governatore Hernando Arias Saavedra, che sollecitò il padre Provinciale della Compagnia di Gesù ad inviare missionari fino alle frontiere dove quasi non erano ancora arrivati gli spagnoli. Anche i gesuiti crearono le missioni sotto la forma di Riduzione.

Con la nascita del sistema delle Riduzioni Gesuitiche, si diede inizio a uno dei capitoli più straordinari nella vita dell’America, principalmente per quanto concerne il campo musicale. La congregazione fondata da Ignacio López de Recalde, originario di Loyola e conosciuto oggi come San Ignazio di Loyola, con il nome di Compagnia di Gesù entrò nell’immensa regione dell’antica Provincia del Paraguay con due primi missionari, che arrivarono su precisa richiesta del Governatore, con l’obiettivo di fondare missioni tra gli indios Guaraníes. Sotto un notevole regime organizzativo si concretizzò la fondazione di numerosi insediamenti: di tutti questi, dopo spostamenti e cambi di ubicazione, ne restarono trenta, nei quali si arrivò a contare 143.734 anime. Essi arrivarono ad un alto grado di progresso nell’allevamento del bestiame, agricoltura, commercio e nelle arti. I gesuiti erano riusciti, per arrivare a capo di questa impresa, a crearsi uno spazio di relativa autonomia rispetto al potere civile.

Il successo del programma portato avanti in maniera così singolare fu immediato ed in pochi anni si aggiunsero numerosi missionari provenienti da vari paesi d’Europa.



Lo “Stato musicale”
Oltre alla protezione concessa agli indigeni, il rispetto del loro idioma, l’attenzione verso le loro necessità vitali, la pomposità del culto religioso nei Vespri, celebrazioni e processioni, i gesuiti davano importanza primaria alla pratica musicale, fattore determinante che diventò uno dei principali motivi di attrazione e permanenza degli Indios nelle cosiddette “Riduzioni”. Fregi di Trinidad - ParaguayGli straordinari risultati ottenuti con la musica nelle Riduzioni Gesuitiche, furono molto pubblicizzati in Europa, attirando perfino l’attenzione del Papa Benedetto XIV° che nella sua lettera ai Vescovi del 19 febbraio 1749 segnalava: “Il canto armonico e figurato si è così diffuso, che persino nelle Missioni del Paraguay vi si è stabilito, perché i fedeli dell’America hanno indole eccellente e doti naturali, così per la musica vocale come per quella strumentale e apprendono facilmente tutto quello che appartiene all’arte della musica. Ne fecero uso i missionari che portarono questi indigeni alla fede in Cristo avvalendosi di canti devoti e di pietà, raggiungendo un livello di abilità tale che oggi non esiste alcuna differenza tra le messe e i vespri dei nostri paesi e quelli che lì vengono eseguiti”.

Il Padre José Manuel Peramás ricordava il grande attaccamento dei Guaraníes alla musica: “Possiamo dire che la musica dei Guaraníes era nel tempio devota e solenne, senza segni di scarsa religiosità o con cadenze e melodie teatrali e in campagna e attorno al focolare era onesta e degna, senza alcunché che potesse corrompere i costumi”.

Ci offre anche dati concreti sulle attività musicali del tempo: “I Guaraníes cantavano ogni giorno durante la messa, accompagnati dall’organo e da molti altri strumenti. Alla sera, dopo il rosario, si intonava un breve mottetto in onore al Santissimo Sacramento e a Maria, la Madre di Dio, al quale rispondeva tutto il popolo”.

Fregi di Trinidad - ParaguayAltri cronisti descrissero con sincero entusiasmo quello che ascoltarono. Il Padre J. Pfotenhauer annotava: “Cantano in lingua Guaraní il Benedicte e il Laudate; entrano prima i fanciulli nel tempio del Signore e si siedono in perfetto ordine, accomodandosi ad entrambi i lati i bambini maschi. Si eseguono arie, mottetti, opere e l’orchestra esegue questi brani in maniera perfettamente affiatata”.

José Cardiel nel 1747, nel momento di maggiore sviluppo delle Riduzioni, scrive: “Tutte le Riduzioni hanno 30 o 40 musicisti. Agli Indios viene insegnata la musica fin da bambini e, grazie alla costanza e alla serietà dell’insegnamento, diventano abili musicisti o cantori. Io ho attraversato tutta la Europa e in poche cattedrali ho udito musiche migliori di queste”.



I musicisti

La diffusione dei principali strumenti musicali nella regione del Rio della Plata si deve fondamentalmente al sistematico lavoro di insegnamento e costruzione realizzato nelle Riduzioni Gesuitiche.

Le prime navi che arrivarono a questa terra già avevano introdotto alcuni strumenti musicali che generalmente accompagnavano i conquistatori. Durante l’era coloniale, fa la sua comparsa la chitarra portata in Paraguay da Pedro Mendoza. Accompagnavano i primi esploratori tamburi, flauti e diversi tipi di cornetta. Questi ottennero rapida diffusione in tutto il continente e principalmente la chitarra e la “vihüela” (viella), strumento simile al primo però di più piccole dimensioni.

Nella prima decade del secolo XVII arrivarono i primi musicisti nella regione e tra loro Rodrigo de Melgarejo, considerato il primo maestro di musica delle Riduzioni. Tra i missionari emergono le figure di musicisti famosi in Europa come Rodrigo de Melgarejo, Juan Vaisseau, Antón Sepp, Martin Schmid, Luis Berger e Domenico Zipoli.

Non bisogna dimenticare il successo che ebbe la musica nei confronti degli Indios quale principale motivo di attrazione verso le Riduzioni, come a posteriori fu pure lo sviluppo nell’abilità e nelle attitudini naturali degli indigeni stessi. Il fatto è che una buona parte dei missionari arrivava qui con una solida base accademica, altri con conoscenze di base per la costruzione di strumenti e alcuni già famosi nei circoli musicali europei. Attratti dall’utopia di una nuova vita, abbandonavano posizioni di privilegio e sopportavano il disagio di una sofferta traversata fino ad un mondo abbastanza sconosciuto allora.

Uno dei primi maestri di musica che mise piede in questa regione fu il Padre Juan Vaisseau, originario del Belgio dove aveva lavorato come musicista professionista. Arrivò in Paraguay nel 1617, abbandonando l’incarico di musicista ufficiale alla corte di Carlo V. Il fratello Vaisseau visse qui appena sette anni però in questo breve tempo si distinse “lavorando in maniera apostolica e inserendo la musica quale punto meraviglioso nella vita degli Indios”, come riferì anni più tardi il Padre Antonio Ruiz de Montoya. Assieme a Vaisseau era arrivato anche il francese Luis Berger, che non era solamente musicista, ma anche pittore e maestro di danza. Sul suo lavoro sono rimasti commenti di elogio come quello del Padre Noël Berthot che poteva affermare che “gli Indios cantavano secondo il buon gusto di Francia”.

Padre Juan Vaisseau rimase nella Riduzione di Loreto, dove morì nel 1623.



angeloAnton Sepp: pedagogo e rivoluzionario

Il celebre Padre Sepp visse nelle Riduzioni dal 1691 fino alla sua morte nel 1733. Il Padre Sepp, originario di Caldano nella regione del Tirolo, discendeva da una famiglia nobile, Sepp von Seppenburg zu Salegg. Si formò ad Augsburg apprendendo la tecnica del basso continuo e seguì la scuola del barocco.

Nato nel 1655, da bambino fece parte del Coro della Corte Imperiale di Vienna mettendosi subito in luce come cantore e strumentista. Studiò le tecniche strumentali dalla tiorba fino all’organo, passando per il liuto, il flauto, la tromba ed il salterio. In Vienna, su invito dell’Imperatore Ferdinando III e Carlo VI, si praticava la musica italiana, principalmente le nuove opere veneziane di Cavalli e Cesti. Nel 1674 Sepp entra nella Compagnia di Gesù, attratto dal prestigio della stessa, dal rigoroso esercizio della disciplina e dalla vocazione al servizio. Nel 1687 venne ordinato sacerdote nella città di Augsburg, città nella quale completò la sua formazione musicale e dove apprese lo stile moderno sotto la guida del maestro di cappella Johann Merchor Gletle.

Organo dell'epocaDue anni dopo la sua consacrazione già si imbarcava nel porto di Cadice, assieme ad altri sognatori, con destinazione le Riduzioni Gesuitiche del Paraguay, che comprendevano parte di quello che è oggi Argentina, Brasile ed il Sud della Bolivia (le attuali missioni di Chiquitos). Il Padre Sepp acquistò i migliori strumenti disponibili nei negozi europei di musica: un organo per la città di Buenos Aires che comprò dai Paesi Bassi, spinette, clavicembali, bombarde, clarinetti ed altro. L’effetto che produceva sugli ascoltatori il suono di questi nuovi strumenti fu documentato negli scritti dello stesso Sepp.

Anton Sepp, uno dei più entusiasti diffusori della musica e dell’arte della costruzione degli strumenti musicali documentava le sue impressioni nella sua corrispondenza: “Suonavamo per loro un brano con la tromba grande portata da Augsburg e un’altra tromba piccola portata da Genova. Quei buoni padri mai avevano udito una tale musica, però quello che veramente toccò il cuore fu la musica suonata con il dolce salterio. Poi assieme al Padre Böhm suonai diversi flauti che avevo acquistato a Genova e poi suonai il violino e la tromba marina che è uno strumento di una sola corda, però il cui suono è simile alla tromba e che avevo fatto costruire per me a Cadice. I padri rimasero estremamente felici e compiaciuti e sembrava loro troppo poco quello che avevo suonato …Quest’anno (1692) ho formato i seguenti futuri maestri: 6 trombettisti, 3 buoni suonatori di tiorba, 4 organisti, 30 suonatori di clarinetto, 18 cornettisti e 18 suonatori di fagotto. Non sono ancora pronti gli otto cantori, benché migliorino sempre ogni giorno che passa”.

Si attribuisce al Padre Sepp anche l’introduzione di altri strumenti come arpe, chiarine, trombe, zampogne e organo. Padre Sepp introdusse anche il cosiddetto stile moderno nella musica. Ciò rappresentava la nuova corrente musicale sorta in Italia agli inizi del Secolo XVI con la comparsa delle prime orchestre da camera che anticipavano l’emancipazione della musica strumentale. Fino ad allora, le composizioni erano scritte per essere cantate o suonate, senza una completa definizione dei ruoli.

I primi musicisti missionari come Berger e Vaisseau insegnarono la musica secondo lo stile antico. Vaisseau era stato musicista della Corte dell’Arciduca Alberto d’Austria, poi Maestro di Cappella alla Corte di Carlo V. I metodi utilizzati si basavano sugli stili allora applicati in Spagna e Portogallo, che nel campo della scrittura musicale si conoscevano con il nome di notazione mensurale (con figure come: maxima, longa, brevis, ecc.) soppiantate poi nello stile moderno dalla minima, semiminima, croma, ecc. Pertanto, nella pratica musicale dei primi anni predominavano le composizioni sullo stile di Tomas Luis de Victoria, Cristóbal de Morales e altri rappresentanti della corrente polifonica della Spagna e Portogallo dei secoli XVI e XVII. Nello stesso periodo nasceva sia in Italia che in Germania il nuovo stile con Monteverdi, Gabrieli, Schütz e altri.
Arrivando nelle Riduzioni, il Padre Sepp portò con sé non solo la nuova scrittura musicale, ma anche strumenti moderni come: violini, bombarde, arpe, flauti, chitarre, viole da gamba, dulciane e fagotti. Il Padre Sepp, arrivato nel 1691, servì nelle Riduzioni fino alla sua morte nel 1733, quando aveva 77 anni di età, 53 di sacerdozio e 41 da missionario.

Altri missionari che si misero in luce nel campo dell’insegnamento e nella pratica strumentale furono Martin Schmid che si stabilì a Chiquitos e Luis Berger in San Ignacio fino dal 1616. Però la più conosciuta e diffusa fu l’opera colossale sviluppata da Domenico Zipoli, che si stabilì a Cordoba e si dedicò fondamentalmente alla composizione di opere musicali. Domenico Zipoli, che era originario di Prato in Italia, organista e compositore di fama nel suo tempo, conosciuto soprattutto a Roma, lavorò principalmente a Cordoba del Tucumán.



Esistette veramente Domenico Zipoli?

Per la maggior parte dei musicologi del mondo, sia la figura, sia il percorso musicale del celebre compositore italiano Domenico Zipoli continuano ad essere un mistero, non solo per la sua strana decisione di abbandonare l’ambìto posto di Maestro di Cappella nella Chiesa del Gesù a Roma e partire per il Sud America verso un destino incerto, ma anche per tutto quello che riguarda i suoi primi passi nella vita musicale europea.

Alla mancanza di dati biografici del compositore si sommarono confusione e dubbi sollevati da studiosi come Marpurg e Gerber, che basandosi su errori scivolati nelle antiche edizioni di testi musicali, arrivarono a speculare sulla reale esistenza di quel tale Zipoli e delle sue supposte opere. Intanto nel 1942 Guido Pannain, nella sua “Storia della Musica”, affermava che alcuni brani dell’album “Sonate d’Intavolatura per Organo e Cembalo”, volumi pubblicati in Europa prima della partenza di Zipoli per il Sud America, sarebbero stati scritti da Durante e Scarlatti e poi copiati da Zipoli. Questa speculazione trovò certamente eco, dovuta al fatto che, per le fondamentali differenze musicali e di carattere, Zipoli abbandonò Napoli ed il suo maestro Alessandro Scarlatti per trasferirsi a Bologna e più tardi a Roma assieme ad altri maestri, per entrare poi nella Compagnia di Gesù.

La misteriosa scomparsa di Domenico Zipoli nel 1716 dal panorama musicale europeo, solo più tardi riceve un chiarimento storico quando, solo recentemente nel 1943, il musicologo uruguaiano Lauro Ayestarán scopre che “un certo Hermano Domingo Zipoli, organista della Chiesa dei Gesuiti di Cordoba” era lo stesso compositore designato dalla critica del suo tempo quale successore di Frescobaldi. Più avanti si produce una rettifica molto lenta dell’itinerario virtuale del musicista, che solo in questi ultimi anni ha ottenuto i frutti sperati, soprattutto con il ritrovamento delle partiture perse, che il maestro aveva scritto in questa regione. La produzione sudamericana di Zipoli fu distrutta come migliaia di documenti ed opere d’arte durante e dopo l’espulsione dei Gesuiti nel 1767. Nel 1966 il musicologo cileno Samuel Claro rintraccia in una isolata regione dell’Oriente boliviano, dove ancora si conservano intatte le chiese e gran parte del loro patrimonio, frammenti di opere di Zipoli che, per quello che appariva, furono copiate ed inviate per mezzo di messaggeri in quelle nuove missioni e villaggi. Recentemente l’architetto restauratore delle Riduzioni di Chiquitos, lo svizzero Hans Roth, scoprì mille pagine di musica di Zipoli e autori anonimi che oggi sono studiate, ricostruite e diffuse nel mondo intero quale testimonianza sonora di quella formidabile avventura. Sulla straordinaria attività di Zipoli il Padre Peramás scrisse nel 1793, dopo aver ascoltato un concerto con opere del compositore: “chi abbia ascoltato anche una sola volta la musica di Zipoli mai troverà altro di così eccelso, come chi gusta per la prima volta il miele selvatico e trova tutto l’altro cibo insignificante”. Questo grande compositore morì nella Estancia di Santa Catalina vicino a Cordoba nel 1726 a soli 38 anni di età.



LE ARMI DELLA UTOPIA
(violini, flauti e salteri)

Con riferimento alla musica, i missionari introdussero strumenti europei, costruirono fabbriche e composero numerose opere sacre e profane, che venivano interpretate da coro e orchestra integrati dagli stessi Indios.

Il principale centro di diffusione della musica e della fabbricazione degli strumenti fu la Riduzione di Nostra Signora dei Re Magi, più conosciuta come Yapeyú. Lì si stabilì uno dei più eminenti maestri, il già citato Padre Anton Sepp, cui si deve la creazione di una scuola di musica frequentata da indigeni di tutte le Riduzioni e dai figli degli spagnoli provenienti dalle città vicine. La sua abilità nella costruzione degli strumenti fu così grande che costruiva più di 20 strumenti diversi e già nel primo anno di attività formò “6 trombettisti, 3 buoni suonatori di tiorba, 4 organisti, 30 suonatori di clarinetto, 18 cornettisti e 18 suonatori di fagotto”.



Arpa costruita dagli Indios Guaranì Sviluppo della liuteria

Il padre Sepp fu un pioniere nello sviluppo della liuteria, forse per necessità, a causa delle pessime condizioni in cui si trovavano con il passare degli anni gli strumenti portati nel suo viaggio e per le difficoltà ad importare quegli stessi strumenti dall’Europa che nella traversata sicuramente rischiavano di deteriorarsi. Però, anche per dare una risposta alla grande domanda di strumenti musicali proveniente dalle altre Riduzioni, che non erano poche, iniziò ad installare in forma parallela alla sua scuola di musica un laboratorio per fabbricare strumenti musicali con gli elementi più sofisticati dell’epoca, creando una vera élite di mastri artigiani in liuteria. Allo stesso livello del successo nel campo dell’insegnamento della musica, la fama degli strumenti costruiti a Yapeyú crebbe rapidamente.

Il Padre Peramás scriveva: “Si vedono esimi maestri costruire organi pneumatici e tutti i tipi di strumenti”. Charlevoix annota: “Essi costruiscono e suonano molto bene ogni tipo di strumento musicale. Li ho visti fare organi, i più complicati, con la sola ispezione iniziale da loro fatta”. E il padre Pfotenhauer diceva che “Prima di ogni cosa, il padre Sepp ha il desiderio di avere un organo nella chiesa. Costruisce effettivamente con le sue mani pedali e registri ed ha molta soddisfazione del completo successo dell’operazione”.

Questi strumenti non solo furono impiegati per la formazione delle orchestre, ma anche come modelli dai quali ricavare copie, sviluppando così tutta un’industria per la costruzione di strumenti nella Missione di Yapeyú, luogo dove Sepp si stabilì per più tempo, creando il principale centro musicale delle missioni al quale avevano accesso per la loro formazione musicale non solo gli Indios delle Riduzioni ma anche musicisti di talento, compresi gli spagnoli.

In poco tempo dal suo arrivo in quel luogo, il Padre Sepp raccontava orgoglioso che aveva formato numerosi musicisti. A questo proposito scriveva nel suo tempo il Padre Matias Strobel: “Il Padre Sepp introdusse a Yapeyú arpe, trombe, tromboni, zampogne, chiarine e l’organo. Con l’introduzione di una nuova tonalità (Tonsatz) e per l’insegnamento metodico acquisì merito e fama. Parallelamente a queste lezioni musicali seguiva la costruzione di ogni tipo di strumento musicale, che si deve specialmente al sopra menzionato Sepp”.

Dal suo centro operativo il Padre Sepp sollecitava in Europa l’invio delle creazioni dei compositori più conosciuti del momento come Johann Melchior Gletle, Johann H. Schmelzer, Heinrich Ignaz Franz Biber, Johann K. Kerll e altri. Gli strumenti che spesso vengono citati nelle cronache, lettere ed inventari sono: violino, viola, fagotti grandi e minori, violoncello e contrabbasso, arpe e con minor frequenza lira, cetra, mandolino e mandola, chitarra o vihuela, spinetta o clavicembalo, tromba marina, claviorgano, salterio.


di Luis Szarán


- - -
Segue: Brevi Cenni Storici, Storia di un incontro, Esempi di partiture

Italiano
English
Español


Copyright © 2015 - DZE - C.F.: FRNGRG47P29A757V